L’autosabotaggio è una “trappola mentale” che spinge a mettersi da soli “i bastoni fra le ruote” o, per utilizzare un’altra espressione, a darsi “la zappa sui piedi”. Naturalmente è molto più di questo, dunque da cosa deriva? E come liberarsene per sempre?

Autosabotaggio
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Definizione di autosabotaggio

L’autosabotaggio è l’insieme delle azioni (consce o inconsce) di un individuo che ostacolano il raggiungimento dei suoi stessi obiettivi. Spesso, i comportamenti da mettere in atto per raggiungere un determinato scopo sono chiari, ma durante il percorso ci si perde. Perché?

Le mille forme dell’autosabotaggio

L’autosabotaggio ha tante forme, tra le più diffuse ci sono:

  • La paura del fallimento
  • L’incapacità di dire “NO”
  • Il perfezionismo
  • L’atteggiamento giudicante e ipercritico verso se stessi e verso gli altri
  • L’invidia
  • La procrastinazione

Le cause dell’autosabotaggio

Consciamente ci si chiede perché mai si dovrebbe fare qualcosa per impedire a se stessi di progredire. La realtà, però, è ben diversa, perché entrano in gioco schemi mentali, paure, insicurezze che portano proprio all’autosabotaggio. E le cause sono più comuni di quanto si possa credere… eccone alcune:

La comfort zone

L’autosabotaggio è un meccanismo che mantiene l’individuo all’interno dei confini rassicuranti della propria comfort zone. “Chi lascia la strada vecchia per quella nuova sa quello che lascia, ma non sa quello che trova”, si dice. Meglio avere a che fare con una situazione conosciuta, anche se negativa, piuttosto che fare i conti con un’incognita. Avere successo significa, inevitabilmente, cambiare e, in generale, al cervello i cambiamenti non piacciono, perché qualsiasi tipo di cambiamento richiede un dispendio di risorse più alto del solito.

La mania del controllo

Dare il massimo non garantisce di raggiungere i propri obiettivi: esiste sempre una percentuale di imprevedibilità, ma l’autosabotaggio dà una garanzia di quello che sarà il risultato: il fallimento. È paradossale, ma per chi ha bisogno di controllo è più rassicurante sapere per certo che si fallirà rispetto alla “mera” possibilità di avere successo.

La sindrome dell’impostore

Un grandissimo numero di studi mette in relazione l’autosabotaggio con scarsa autostima e bassa considerazione di sé. Quante volte pensieri come: “Non sono abbastanza bravo”, “Non me lo merito”, “Non valgo niente” diventano un macigno insormontabile sulla strada verso il raggiungimento del proprio successo personale?

Ognuna di queste cause risponde a determinati “bisogni” del cervello: comprenderli è necessario per neutralizzarli e liberarsi dell’autosabotaggio. Naturalmente non è facile: ecco perché, quando questo meccanismo diventa così presente da inibire completamente la propria crescita personale, è necessario ricorrere a un professionista.

Come liberarsi dell’autosabotaggio

L’autosabotaggio, dunque, protegge l’individuo da situazioni imprevedibili e/o considerate rischiose. La psicoterapia dovrà lavorare sulla rappresentazione del fallimento, per limitare il disagio legato all’incertezza e ridurre al minimo gli ostacoli auto-imposti. L’obiettivo è quello di ridimensionare le aspettative personali smontando sia l’ideale di perfezione, sia la rappresentazione mentale negativa che si ha di se stessi.

Il meccanismo dell’autosabotaggio ha solide radici basate su emozioni, pensieri, comportamenti che si reiterano. Identificarli e scomporli significa considerarli per quello che, in realtà, sono e riuscire, finalmente, a metterli in discussione.

È fondamentale aiutare il paziente a comprendere che l’autosabotaggio è un tipo di evitamento. Bisogna riconoscere il paradosso: questa strategia dovrebbe preservare dal fallimento, ma il suo esito è il fallimento stesso, dovuto all’immobilismo. A causa dell’evitamento, la propria visione della vita rimane statica, ingabbiata in un meccanismo che respinge a prescindere eventuali scenari alternativi e che porta a escludere esperienze che potrebbero rivoluzionare tutto.

La terapia, inoltre, aiuta il paziente ad adottare molteplici punti di vista per favorire il distacco dal perfezionismo e dall’insicurezza che sono alla base di solide strategie disfunzionali. L’obiettivo della terapia è trovare strategie efficaci per raggiungere il benessere personale. Confrontare cosa si è fatto e cosa si potrebbe fare aiuta il paziente a individuare e applicare nuovi schemi comportamentali funzionali che consentano di limitare l’angoscia e, conseguentemente, di raggiungere i propri traguardi.

Autosabotaggio e Terapia EMDR

A Roma, è possibile intervenire sull’autosabotaggio anche attraverso la Terapia EMDR, metodo psicoterapeutico strutturato che permette di trattare sia psicopatologie, sia problemi legati a una condizione di stress prolungato. Con la Terapia EMDR si accede ai “ricordi patogeni” stimolando il sistema di elaborazione delle informazioni innato, per aiutare a collegare questi ricordi ad altri più positivi esistenti nella storia del paziente. Ciò comporta che i ricordi negativi divengano di natura neutra, senza più iper-stimolazione emotiva e ripercussioni negative sul presente.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com