Le notizie negative attraggono sempre di più rispetto a quelle positive. Siamo quotidianamente esposti a un incessante flusso di cattive notizie che, spesso, arrivano a generare in chi le legge paura, ansia, collera, sconforto. Eppure, allo stesso tempo, non risulta facile “staccarsi” dalle notizie di eventi drammatici e preoccupanti, finendo per concentrare la stragrande maggioranza dell’attenzione solo su di esse. Ma perché ci vengono proposti così tanti di questi contenuti e come mai non riusciamo a smettere di leggerli?

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Doomscrolling o doomsurf

Secondo alcune ricerche, non solo ci dedichiamo di più alla lettura di storie negative che a quella di storie positive, ma c’è anche da dire che il tasso di consumo delle notizie aumenta proprio quando i titoli presentano parole negative. Ecco che, ogni giorno, scorriamo e consumiamo (specialmente online) notizie sconfortanti una dopo l’altra, sperimentando frustrazione e angoscia. Lo facciamo automaticamente, senza rendercene conto e senza riflettere su quanto sia dannosa per la salute mentale e per la qualità della nostra fruizione di notizie questa pratica, ormai diffusa a livello globale (secondo la ricerca del 2019 condotta in 17 Paesi e pubblicata sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”), chiamata “doomscrolling” o “doomsurf”: la ricerca compulsiva di cattive notizie, un’abitudine amplificata dalla pandemia.

L’esposizione mediatica di notizie negative, infatti, è sensibilmente aumentata negli ultimi anni, prima a causa dell’emergenza pandemica, poi a causa di guerre e disastri ambientali. Ma la tendenza a essere attratti quasi ossessivamente da brutte notizie è un’abitudine che esiste già da tempo e che, secondo gli studiosi, dipende anche dal modo in cui si è evoluto il cervello umano che, gestendo gli stimoli in modo gerarchico, dà la priorità a quelli rilevanti per la sopravvivenza, quindi alle notizie negative percepite inconsciamente come potenziali minacce. Questo modo di “agire” del cervello in maniera automatica è un Bias Cognitivo.

I Bias Cognitivi

Secondo gli studiosi, le notizie negative attraggono perché la mente genera “Bias Cognitivi” (cioè pregiudizi o “errori di valutazione”): meccanismi mentali che influenzano il nostro stato emotivo e plasmano la nostra visione del mondo, i quali vengono sfruttati dai media per catturare l’attenzione.

Nel settore dell’informazione si dice: “If it bleeds, it leads” (letteralmente, “se sanguina genera interesse”), ovvero “se (il contenuto) è violento porta più lettori”. La propensione umana a dedicare più tempo alle cattive notizie, infatti, viene da sempre sfruttata da chi produce informazione; non è una novità introdotta dai social media, sebbene questi ultimi abbiano accentuato la tendenza. I contenuti cruenti e allarmanti risultano, dunque, più remunerativi e ciò è da ricondurre proprio ai Bias Cognitivi. Qualche esempio?

Il Bias della Negatività

Il Bias (o Pregiudizio) della Negatività: la tendenza a prestare attenzione più agli stimoli negativi che a quelli positivi. Come anticipato, questa tendenza ha ragioni evolutive: il cervello degli esseri umani è più attratto dagli stimoli negativi in quanto programmato per reagire prontamente alle minacce e le cattive notizie sono assimilabili a potenziali pericoli.

Il Bias di Conferma

Le notizie negative attraggono anche per il Bias di Conferma: processo mentale che consiste nel ricercare, selezionare e interpretare informazioni ponendo più attenzione e, quindi, attribuendo più credibilità, a quelle che confermano le proprie convinzioni o ipotesi. Il fenomeno viene evidenziato maggiormente quando si tratta di argomenti che suscitano emozioni forti o che toccano convinzioni profondamente radicate.

Il Bias della Catastrofizzazione

Il Bias della Catastrofizzazione consiste nel predire negativamente il futuro e/o nel comportarsi come se il peggio dovesse accadere da un momento all’altro, senza considerare altri possibili esiti, altrettanto (se non più) probabili. Questo Bias Cognitivo genera ansia e panico. Una tipologia di Bias della Catastrofizzazione è l’Ecoansia (o ansia climatica/ansia ecologica): lo stato emotivo di disagio e terrore all’idea di possibili disastri ecologici e ambientali correlati al cambiamento climatico.

Essere consapevoli dei pregiudizi cognitivi e delle distorsioni che producono è il primo passo per fruire delle informazioni in modo più razionale e proficuo.

L’importanza di informarsi nel modo giusto

Siamo circondati ogni giorno da notizie dal forte impatto emotivo, per cui è normale sentirsi destabilizzati da eventi tragici e/o improvvisi. Non bisogna dimenticare, però, di tenersi informati a 360° e di mantenere il controllo del proprio consumo di notizie, sia per approcciarsi in modo più costruttivo alla fruizione delle informazioni, sia per non lasciarsi sopraffare. Ricordiamo, inoltre, che non siamo del tutto impotenti: ogni giorno possiamo fare, nel nostro piccolo, qualcosa per rendere il mondo migliore.

Il ruolo dell’EMDR

Le notizie negative attraggono perché spesso toccano importanti corde interiori. Sentirsi sopraffatti dalle cattive notizie, da cui veniamo sommersi ogni giorno, può portare a vivere in uno stato costante di all’erta, ansia e stress. La Terapia EMDR può aiutare: si tratta di un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problematiche legate sia a eventi traumatici, sia a esperienze comuni emotivamente stressanti. La sigla EMDR sta per Eye Movement Desensitization and Reprocessing: questo metodo, infatti, si avvale della “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari” per trattare traumi e problematiche legate allo stress.

Il compito del terapeuta EMDR è quello di guidare il paziente nella descrizione dell’evento traumatico/stressante, aiutandolo a individuare gli elementi disturbanti più importanti per accompagnarlo verso una risoluzione adattiva. Chi si affida alla terapia EMDR allevia la sofferenza emotiva, riformula le credenze negative e riduce la sovrastimolazione mentale e fisica.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com