La dipendenza affettiva nei confronti del partner implica un attaccamento emotivo disfunzionale ed eccessivo verso l’altro. Scopriamo insieme cosa comporta.

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I sintomi della dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva è una patologia relazionale che si presenta congiuntamente a sintomi più o meno gravi, quali:

  • Percezione della realtà distorta
  • Intolleranza alla solitudine
  • Vuoto interiore
  • Pensieri ossessivi
  • Problemi del sonno
  • Bassa autostima
  • Rinuncia alla soddisfazione dei propri bisogni
  • Fobia dell’abbandono
  • Rabbia repressa
  • Alessitimia
  • Ansia
  • Depressione
  • Ritiro sociale
  • Gelosia

Gelosia, conflitto e violenza domestica

Chi è dipendente dal proprio partner rende l’oggetto delle proprie attenzioni vittima di un desiderio morboso e ossessivo. Ecco perché la dipendenza affettiva va di pari passo con la gelosia: emozione associata alla minaccia (presunta o reale) di perdere il partner. Pare che proprio la dipendenza affettiva sia una delle cause della gelosia e l’intensità di quest’ultima peggiora con l’aumentare della prima. Inevitabilmente, ne consegue un rapporto conflittuale che, nel peggiore dei casi, può anche sfociare nella violenza domestica. La violenza nasce dalla volontà di dominare il partner psicologicamente, fisicamente o sessualmente, causando conseguenze psicologiche estremamente negative sia a livello relazionale, sia a livello del singolo individuo.

La dipendenza dal partner negli adolescenti

Durante l’adolescenza, è particolarmente importante sviluppare relazioni rispettose ed emotivamente equilibrate, in modo da evitare l’insorgere di problemi in età adulta. In questa fase della vita, infatti, c’è il pericolo che i ragazzi abbiano relazioni non equilibrate e che queste ultime possano causare, a livello di salute mentale, danni difficili da superare in età adulta. La dipendenza affettiva può provocare anche comportamenti aggressivi verso il partner, soprattutto in un periodo cruciale come quello dell’adolescenza, in cui non si ha la stessa consapevolezza di un adulto. In un ambiente familiare in cui si tende costantemente a intromettersi nella sfera psicologica e nelle azioni degli altri componenti, i confini tra ruoli e funzioni possono confondersi ed è possibile che un membro possa sviluppare disturbi come la dipendenza affettiva. Dunque, i contesti familiare ed educativo sono fondamentali per individuare e correggere comportamenti e atteggiamenti sbagliati: è necessario lavorare in questo senso per riuscire a instaurare circoli virtuosi.

La dipendenza dal partner negli adulti

In una relazione sentimentale, è normale e fisiologico che si instauri una sorta di “dipendenza fisica e psicologica tra i partner”. È altrettanto normale, però, che, con il tempo, si passi dall’innamoramento a un amore più maturo in cui ogni partner dovrebbe sviluppare anche la propria individualità e la propria autonomia. In un contesto sano, può rimanere un determinato livello di “dipendenza positiva”, mentre nella dipendenza affettiva non si sperimenta il bisogno di autonomia e indipendenza, ma il desiderio di totalizzante fusione con il partner e chi ne soffre non solo cerca di mantenere il partner sotto il proprio controllo, ma percepisce la propria vita come insignificante in assenza dell’oggetto del proprio amore. Al contrario della “dipendenza positiva”, la dipendenza affettiva non è reciproca e il bisogno assoluto e continuo dell’altro allontana sempre di più altri bisogni, come la socialità e la realizzazione dei propri progetti. In questo modo, entrambi i componenti della coppia sono vittima di sofferenze.

Guarire dalla dipendenza affettiva

Attualmente, la dipendenza affettiva non rientra tra i disturbi psicologici ufficialmente riconosciuti nel “Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali” (DSM), ma ciò non significa che non sia possibile trattarla.

La dipendenza affettiva può richiedere l’intervento di un professionista a livello psicologico. Il percorso potrebbe essere prolungato nel tempo e, sicuramente, parte dal riconoscimento della dipendenza stessa. Nel corso della terapia, poi, si dovrebbe passare anche da (almeno) altre due fasi:

  • Presa di coscienza delle conseguenze causate dal disturbo
  • Volontà di intraprendere e di impegnarsi in un percorso volto al cambiamento

Dunque, in questo caso, la terapia si focalizza sulla gestione delle emozioni legate alla paura della solitudine, del rifiuto e dell’abbandono. Inoltre, il terapeuta aiuta il paziente a cambiare le aspettative irrealistiche e idealizzate nei confronti dell’amore, riconoscendo i propri confini personali e il bisogno fisiologico di autonomia e indipendenza.

Con il supporto del terapeuta, infatti, il paziente ripercorre la storia della relazione attuale e di quelle passate, individuando gli eventi che hanno che hanno causato il disturbo. Prendere atto delle dinamiche che si sono instaurate è fondamentale per capire come gestire eventuali ricadute. L’obiettivo è imparare a gestire l’ansia e “l’astinenza”, in modo da riuscire a vivere una sana e normale relazione sentimentale.

Dipendenza affettiva ed EMDR

A Roma, è possibile intervenire sulla dipendenza affettiva attraverso la Terapia EMDR, metodo psicoterapeutico strutturato che permette di trattare psicopatologie, traumi e problemi legati a eventi emotivamente stressanti. Lo scopo dell’EMDR è stimolare il sistema di elaborazione delle informazioni innato accedendo a “ricordi patogeni” per collegarli ad altri più positivi esistenti nella storia del paziente. Ciò neutralizza l’arousal emotivo negativo e i brutti ricordi, cosicché questi ultimi possano essere richiamati alla memoria senza stress significativo, dunque senza ripercussioni negative sul presente.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com